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A come ATAC (in Concordato)

ANALISI DEL CROLLO DEL SERVIZIO ATAC NEL 2022

Recentemente ha fatto notizia il crollo al 31esimo posto dell’indice di vivibilità di Roma perdendo, dopo il primo anno di consiliatura Gualtieri di ben 18 posizioni nella celebre classifica del Sole24Ore

Tale “notizia” ha “colto di sorpresa” il sindaco Gualtieri al quale probabilmente sfuggono le criticità di una città al collasso mentre è impegnato a tagliare nastri di micro-opere o barricato in Campidoglio a suonare la chitarra con Vasco.

Tra i sotto indici, direttamente imputabile alla responsabilità del comune , c’è “ambiente e servizi” dove Roma perde ben 20 posizioni trainata, all’ingiù dai parametri riguardanti l’ecosistema urbano come trasporti, gestione rifiuti dove la Capitale si piazza nella parte più bassa della classifica all’89esimo posto. 

Per onestà intellettuale c’è da dire che tali nello specifico dati fanno riferimento al 2021 e quindi sono solo parzialmente imputabili a questa giunta ma da una analisi sia empirica che fattuale è vistoso lo stato di degrado nel quale versano i servizi ad essa collegati ed oggi ci focalizzeremo sui trasporti e nello specifico Atac.

Ma prima facciamo un passo indietro.

Nel 2017 la giunta Raggi per evitare il fallimento di Atac accede al concordato preventivo in continuità che permette di mantenere l’erogazione del servizio pubblico a fronte di un piano di ristrutturazione accordato con i creditori ed al raggiungimento di obiettivi specifici nella erogazione dello stesso.

All’interno di tale contratto tra Atac e il Comune (unico azionista) e incluso anche nel concordato si prevede che Atac offra un servizio di superficie (bus,tram filobus e minibus) pari a 101 Milioni di chilometri ma i valori ufficiali arrivano solo a 93 milioni di chilometri includendo anche le tratte date in gestione ai privati e i chilometri bonus per eventi non imputabili ad Atac (scioperi, manifestazioni e causa di forza maggiore). Se andiamo al netto del trasporto solo di Atac tale valore si ferma a 84 Milioni di Km addirittura 1 milione meno del 2017 quando, ad un soffio dal fallimento, l’Amministrazione bussava al Tribunale fallimentare e chiedeva di entrare nella procedura di Concordato, promettendo che le cose sarebbero migliorate.

Adesso il 24 Dicembre, la vigilia, la nuova Amministrazione dovrà presentare allo stesso tribunale la relazione finale per poter uscire dal concordato attraverso il raggiungimento di obiettivi di servizio (miseramente fallito) e finanziari di monetizzazione e saldo dei debiti con i creditori privilegiati (al 100%) e con i chirografari (solo per una piccola quota del 31%).

Attendiamo tutti con ansia quindi di sapere se l’amministrazione riceverà doni o carbone con l’augurio “magari accompagnato dalla chitarra” che con il nuovo anno il servizio migliori essendo i trasporti un parametro chiave per l’aggiudicazione dell’Expo 2030 a Roma.

PS

Un articolo specifico si focalizzerà invece sul pietoso stato delle metropolitane e sulle tempistiche e ritardi già accumulati nella espansione della rete tranviaria.

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