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A come America (Occupato)

IL MECENATISMO DEL PD E I 250’000 EURO DI AFFIDAMENTO DIRETTO PER IL CINEMA AMERICA

Da bambino, i miei genitori mi portarono al cinema a vedere un cartone animato dal titolo "Fievel sbarca in America". Una particolare canzone di quel film mi è rimasta impressa, e recitava: "Ma non ci son gatti in America, ci troveremo a nostro agio, non ci son gatti in America e ci regalano il formaggio". Recentemente, questa stessa canzone mi ha riportato a una triste realtà: sembra che a Roma si possa cantare "Non ci son bandi per l’America, ci troveremo a nostro agio, non ci son bandi per l’America e ci regalano... 250'000 euro di soldi pubblici." e per america si fa riferimento all’associazione provata piccolo america che organizza l’omonima arena cinematografica a piazza san cosimato

RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

Ma di cosa stiamo parlando?  Riassumendo gli episodi precedenti, il 26 maggio Valerio Carocci, presidente della Fondazione Piccolo America, ha avuto un incontro piuttosto acceso con il sindaco riguardo i fondi necessari per il cinema America. Secondo quanto riportato dal Foglio, quest'incontro è durato diverse ore. Carocci, poi, avrebbe detto ai giornalisti: “Questo non dovrebbe essere il metodo per ottenere le cose, ma è l'unico che ha funzionato per rispettare le tempistiche e far mantenere le promesse". Un tumulto al Palazzo Senatorio che sembra "necessario" perché "sono questi gli unici metodi che la politica ascolta". E così, tra comunicati stampa e dichiarazioni, la storia continua.

L’APPROVAZIONE D’URGENZA IN COMMISSIONE CULTURA

Fast Forward ai giorni successivi ci riportano ai momenti frenetici in cui la Commissione Cultura fu convocata in modo precipitoso - "un'email alle 20 la sera prima, un appuntamento alle 9 del giorno dopo". Viene proposta una delibera che prevede l'assegnazione di 198.000 euro per il progetto della Fondazione Cinema per Roma. Allegato c'è un dettaglio del budget dell'iniziativa "Cinema in piazza": uscite che ammontano a 600.000 euro, entrate di 80.590 euro e risorse proprie per 269.410 euro. Ed infine, il contributo richiesto, i tanto discussi 250.000 euro.

La proposta suscitò reazioni politiche decise. L’onorevole Fabio Rampelli, esponente di Fratelli d'Italia e vicepresidente della Camera dei deputati, parlò di un "inaccettabile ricatto", annunciando la richiesta di un'audizione a Roberto Gualtieri e la presentazione di un'interrogazione al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.

LA COMMISSIONE TRASPARENZA CONVOCATA DA FRATELLI D’ITALIA

Il caso, a seguito dell’azione dei consiglieri FDI Stefano Erbaggi e Francesca Barbato arrivò così in Commissione Trasparenza. Qui il presidente di commissione, e consigliere di FdI, Federico Rocca, chiese chiarimenti: "Se questo è il principio, non vorrei essere nei vostri panni". Ricordò quindi che nei mesi precedenti la Fondazione aveva presentato una proposta di acquisto per la sua sede di 2,5 milioni di euro. "Mi chiedo se abbiano bisogno di 250.000 euro per le arene" disse Rocca, sottolineando che di solito un'arena finanziata tramite bando pubblico riceve in media 38.000 euro - una cifra molto lontana dai 250.000 euro ottenuti senza bando.

La direttrice del Dipartimento Cultura, dal canto suo, sosteneva che nessuna delle 350 proposte dell'Estate Romana prevedeva iniziative per Piazza San Cosimato, Parco della Cervelletta e Monte Ciocci. In seguito, aggiunse che si era creata un'aspettativa su questa progettualità, "che continua ad avere un successo di pubblico".

IL MECENATISMO, CON I SOLDI DEGLI ALTRI, DELLA SINISTRA. (ALTRI = ROMANI)

Così In un recente episodio di Tv Gold, una verità sconcertante è venuta alla luce sulla cultura e la politica a Roma. L'illuminante intervento di Stefano Erbaggi, consigliere di Fratelli d'Italia, ha messo in evidenza un problema che molti avevano sospettato, ma che pochi avevano osato verbalizzare: il Partito Democratico sembra propenso a elargire generosi finanziamenti a fondo perduto,attraverso affidamento diretto (clicca qui per vedere il video) e quindi senza alcun criterio di meritocrazia dando vita ad un mecenatismo di parte, ovviamente amica.

EROI BASITI, ANTAGONISTI SFRONTATI

Condividendo lo stesso palco televisivo, Francesco Gatti, presidente di Roma e vicepresidente nazionale di Assohotel, e Pierre Marchionne, ideatore e direttore artistico dell'Italia Green Festival, apparvero sbigottiti. La loro perplessità, più eloquente di qualsiasi discorso, rifletteva una triste realtà: l'assegnazione 'non meritocratica' delle risorse pubbliche sembra essere diventata la norma.

Di fronte a tutto ciò, faceva tenerezza vedere come la consigliera capitolina del Partito Democratico, membro della Commissione Cultura, la stessa che ha concesso questo finanziamento, cercasse di giustificare goffamente queste scelte con argomentazioni poco chiare. Un tentativo quasi eroico di protezione della giunta ma palesemente fallimentare e la cui dimostrazione plastica è stato il sostanziale gelo con la quale si è conclusa la puntata quando i due privati cittadini/imprenditori hanno fatto gentilmente notare alla consigliera PD che utilizzare denari pubblici per sovvenzionare arbitrariamente iniziative private non sia un modo quantomeno "efficiente" di amministrare le risorse provenienti dalle tasse dei cittadini

IL PERCORSO VERSO L’EQUITA’

Nel mondo fantastico di Fievel, l'America era un luogo senza gatti, dove il formaggio veniva dato liberamente. Roma, tuttavia, non dovrebbe essere un luogo in cui i soldi pubblici vengono distribuiti a piacimento. Tuttavia, l'amministrazione Gualtieri e l'assessore Gotor sembrano voler proporre proprio questo, con un atteggiamento di sfida verso le regole e un gusto per le generosità elettorali.

Ci troviamo di fronte a un bivio. Continueremo sulla strada di una spesa discrezionale che privilegia i favoriti? Oppure ci impegneremo per un sistema di assegnazione basato sulla meritocrazia, che premia coloro che danno veramente un contributo alla nostra città? Per ora, possiamo solo sperare che il Campidoglio decida di imboccare la strada meno battuta.

CONCLUSIONI

La grande differenza tra Fievel e noi? Lui era un personaggio di fantasia, noi siamo cittadini reali che vivono in una città reale con problemi reali. I soldi pubblici non sono formaggio da distribuire gratuitamente. Non ci dovrebbero essere "gatti" - o, in questo caso, bandi

La grande differenza tra Fievel e noi? Lui era un personaggio di fantasia, noi siamo cittadini reali che vivono in una città reale con problemi reali. I soldi pubblici non sono formaggio da distribuire gratuitamente. Non ci dovrebbero essere "gatti"  che decidono chi riceve il formaggio. Ma fino a quando i gatti del Campidoglio continueranno a giocare con i fili del potere, i cittadini di Roma saranno coloro che continueranno a pagarne il prezzo. E, al contrario della canzone, in questa Roma 'americana', i 'gatti' sembrano essere ben troppi